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Sei vittima di azioni di bullismo o di cyberbullismo o semplicemente vuoi aiutare un amico in difficoltà?

In tal caso ti chiediamo di contattare l’Ufficio di dirigenza

Le comunicazioni o le mail pervenute saranno  gestite solo dal personale specificatamente autorizzato e trattate con la massima riservatezza.

 

 

 

  YouPol – L’App amica dei ragazzi

Scaricabile gratuitamente  su tutti gli smartphone e tablet accedendo alle piattaforme di Apple Store, per i sistemi operativi IOS, e Play Store, per i sistemi operativi Android

L’App “YouPol”, operativa su tutto il territorio nazionale, consente l’invio di segnalazioni di episodi di bullismo o di spaccio di sostanze stupefacenti, come altri reati, con la possibilità di trasmettere immagini o segnalazioni scritte direttamente alla sala operativa della Questura Locale. L’App andrà ad affiancare il tradizionale numero telefonico 113.

Le denunce possono essere fatte anche anonimamente, senza registrare il proprio nome, consentendo la geolocalizzazione immediata del dispositivo segnalante e il luogo interessato dall’evento affinché i poliziotti possano intervenire più rapidamente. E’ possibile anche allegare una foto e un breve testo (N.B.: sebbene YouPol permetta l’invio di segnalazioni anche sotto forma anonima, cioè senza effettuare la  registrazione, ciò non deve fare pensare a utilizzi sbagliati della stessa, perché in caso di abusi è comunque possibile risalire all’identità di chi l’ha installata).

Tra le opzioni possibili per l’utente di YouPol vi è anche quella di poter effettuare una chiamata di emergenza alla sala operativa della Polizia di Stato ubicata nella provincia ove l’utilizzatore si trova.

L’utente che ha effettuato la registrazione ha la possibilità di seguire l’evoluzione dei fatti e ricevere le eventuali comunicazioni da parte dell’operatore di Polizia che ha ricevuto il messaggio.

 


 

 

Definizione di Bullismo

Con il termine “Bullismo” si definiscono quei comportamenti offensivi e/o aggressivi che un singolo individuo o più persone mettono in atto, ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di una o più persone con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sulla vittima (Fonzi, 1997).

In questa definizione è implicito il concetto di intenzionalità da parte dell’autore delle offese, vere e proprie forme di abuso che creano disagio e un danno fisico o psicologico nelle vittime.

La differenza tra le normali dispute tra bambini e gli atti di bullismo veri e propri consiste nella predeterminazione e nell’intenzionalità che caratterizzano questi ultimi, nella ripetitività nel tempo, nonché nella soddisfazione che gli autori di tali abusi ne traggono, nello squilibrio di potere tra il bullo e la vittima, con l’affermazione della supremazia del bullo sulla vittima (in termini di età, forza fisica, numerosità, ecc.) (Cullingford e Morrison, 1995).

Diverse forme di Bullismo

Sharp e Smith (1994) evidenziano le seguenti forme di bullismo a seconda del tipo e dell’intensità del comportamento aggressivo:

1. fisiche, (botte, spinte, prepotenze fisiche)

2. verbali (ingiurie, ricatti, intimidazioni, vessazioni, insulti, chiamare con nomi offensivi),

3. indirette (manipolazione sociale che consiste nell’usare gli altri come mezzi piuttosto che attaccare la vittima in prima persona, ad esempio i pettegolezzi fastidiosi e offensivi, l’esclusione sistematica di una persona dalla vita di gruppo, eccetera).

Le aggressioni fisiche e verbali possono essere considerate forme di bullismo diretto, dal momento che implicano una relazione faccia a faccia tra il bullo e la vittima.

Definizione di Cyberbullismo

L’uso improprio delle nuove tecnologie per colpire intenzionalmente persone indifese è stato definito “cyberbullismo” (cyberbullying nella letteratura anglofona). Esso descrive un atto aggressivo, intenzionale condotto da un individuo o un gruppo usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può facilmente difendersi (Smith et al., 2008). L’aggressore può agire nell’anonimato e può diffondere le offese attraverso il web raggiungendo un pubblico potenzialmente illimitato.

Differenze con il bullismo tradizionale

Il cyberbullismo (cyberbullying) mostra elementi di continuità con il bullismo tradizionale, ma nello stesso tempo presenta nuove e specifiche caratteristiche: un elevato numero di astanti (bystanders) che molto spesso non conoscono la vittima; una modalità di aggressione che non prevede una relazione faccia a faccia tra il bullo e la vittima (da cui deriva il fatto che il bullo non può vedere gli effetti del suo gesto sulla vittima e quindi non può innescare meccanismi empatici che limiterebbero gli attacchi); la possibilità per i bulli di agire nell’anonimato.

Inoltre, l’elemento della ripetizione nel tempo degli atti aggressivi perpetrati dal bullo deve essere riconsiderato alla luce delle caratteristiche della comunicazione in ambiente virtuale. Un solo episodio, divulgato a migliaia di astanti, ad esempio attraverso YouTube, può arrecare un potenziale danno alla vittima anche senza la sua ripetizione nel tempo; il video o il post su un blog è sempre disponibile, può essere visto da migliaia di persone in tempi diversi.

L’altro elemento che distingue il bullismo tradizionale dal cyberbullismo (cyberbullying) è il richiamo allo squilibrio di potere tra il bullo e la vittima: il mezzo elettronico non necessita di un potere mediato, per esempio, dalla forza fisica. Infatti, anche una sola persona, nel chiuso della propria stanza e senza particolari doti fisiche, può compiere atti di bullismo su un numero illimitato di vittime con poche operazioni telematiche.

Infine va considerato l’aspetto di intenzionalità legato all’atto aggressivo: se nel bullismo tradizionale è relativamente immediato leggere l’intenzionalità nelle azioni del bullo, nel cyberbullismo (cyberbullying) la responsabilità può essere estesa e condivisa anche a chi “semplicemente” visiona un video e decide di inoltrarlo ad altri.

 

KIT DIDATTICI per DOCENTI

LINK VIDEO contro il Bullismo ed il Cyberbullismo