TeatroMusica Meliké

Il 20 e il 28 gennaio si sono svolti i primi due di una serie di incontri-spettacolo con l’attore e regista Carlo Mega di Teatro Musica Melikè, che fino a maggio coinvolgeranno le classi del nostro liceo.

meliké gramsciAbbiamo iniziato con straordinario coinvolgimento di studenti e insegnanti con Serva Italia. Italiani strana gente, rivolto alle classi quarte e quinte: per capire l’Italia dei nostri giorni, Mega, partendo dall’invettiva di Dante “Ahi serva Italia”, ha ripercorso la nostra storia dal Medioevo ad oggi attraverso lo sguardo di poeti, storici, artisti, intellettuali, giuristi, attori. Dalle loro parole è emerso il tratto persistente degli Italiani, fatto di corruzione e clientelismo, di tutela dei propri interessi, di aspirazione al favore piuttosto che ai propri diritti, tratto che affonda le sue radici nella lunga storia di assoggettamento allo straniero, che ha portato l’Italia a concepire per secoli lo Stato come un nemico.

Ma è emerso anche che gli Italiani non sono tutti responsabili allo stesso modo, che il nostro paese ha dato i natali a importanti figure intellettuali che con la loro forza critica e la loro passione civile sono state in grado di fornire degli esempi positivi capaci di essere guida per le generazioni future, che la vis polemica nasce dall’amore per il proprio paese, che anzi il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.

La conclusione si è così concentrata sulla nostra Costituzione: riprendendo il discorso che Calamandrei rivolse agli studenti di un liceo milanese nel 1955, anche Mega ha ricordato agli studenti del liceo Serpieri e a tutti noi, che la nostra Costituzione soltanto in parte è una realtà, in parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere…

Il secondo incontro è stato Rapsodia. Il lavoro del poeta. Che cos’è la poesia? Chi è il poeta? La poesia come creazione di mondi, il poeta come un’ape che costruisce il favo o un minatore che scende nelle profondità più remote del proprio io. Di questo e d’altro ancora ha pameliké resistenzarlato Carlo Mega con gli studenti delle classi seconde, leggendo anche celebri liriche di Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Montale. La bellezza di tali versi senza tempo ha generato la convinzione che anche nel mondo di oggi c’è bisogno dello sguardo dei poeti sulla realtà. Scriveva Einstein: “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”.

Gli incontri sono continuati a febbraio con la rappresentazione del Don Quijote e di Odisseo. Le emozioni trasmesse dallo spettacolo tratto dal capolavoro di Cervantes si possono sintetizzare nelle parole del prof. Marco Gregori.

“Don Chisciotte il Pazzo. O piuttosto, il Saggio. Il Poeta, o il Picaro. Il Fanciullo, o meglio l’uomo maturo in crisi di mezza età. L’Idealista che ci umilia con la sua stessa esistenza, o forse il Vanitoso tronfio che merita cadute e sberleffi. Il Sognatore supremo, che però ai più smaliziati appare un attore consumato, fin troppo consapevole delle regole del gioco. O magari il Pellegrino, il Viaggiatore, colui che cerca, o semplicemente che fugge dal grigiore quotidiano. E l’ironia rinascimentale, il grottesco barocco, la letteratura nella letteratura … Quest’anno ricorre il quarto centenario della scomparsa di don Alonso Quijano il Buono, che “visse matto e morì savio” e sul letto di morte ci ha chiesto perdono delle sue follie, scongiurandoci di non seguirlo sulla sua strada; eppure non è lui che ricordiamo oggi insieme, studenti, insegnanti, artisti ed eminenti letterati del presente e del passato, bensì il suo alter ego, lo stralunato Cavaliere della Triste Figura. Chissà cosa penserebbe l’arguto don Miguel di questa nostra ostinata venerazione per la Pazzia. Tante interpretazioni, tante elucubrazioni, che talvolta finiscono fatalmente col somigliare alla “ragione dell’irragionevole torto che alla mia ragione fassi in guisa tale che la mia ragione debilita …”, cioè a quella letteratura compiaciuta di sé stessa di cui da quattro secoli sorride, sereno ed enigmatico, il grande Cervantes.

Una dimensione della letteratura e della vita che è tutta dentro la messinscena del TeatroMusica Meliké”

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